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martedì 15 marzo 2016

L'Herald Tribune chiede più nascite

Pubblico questo post di denuncia scritto da Maria Luisa Cohen sul suo sito facebook "Assisi Nature Council". E' in atto un feroce attacco al concetto di controllo delle nascite e rientro demografico da parte del grande potere finanziario, in questo caso rappresentato dal giornale delle Lobby finanziarie di New York, l' Herald Tribune. Il grande potere finanziario è preoccupato del calo delle nascite perché esso andrà ad incidere sul futuro Prodotto interno lordo dei principali paesi con economia di mercato, renderà la manodopera più cara, ridurrà i consumi in generale ed anche il consumo di combustibili fossili, ormai vero traino dell'economia mondiale. Il calo demografico diminuisce inoltre la necessità dell'uso di maggiori quantità di fertilizzanti e prodotti chimici volti ad incrementare la produttività dell'agricoltura, va ad incidere sul settore edilizio, riduce la speculazione sui suoli e la cementificazione, ridimensiona la mobilità mondiale per turismo e per lavoro, riduce la massificazione e uniformizzazione dei prodotti che consente di aumentare le produzioni destinate ad una popolazione globale.In ogni senso la decresita demografica va contro gli interessi del mercato mondiale dei prodotti e delle merci. Per combattere la denatalità scendono quotidianamente in campo preti, imam, rabbini, politici del politicamente corretto, industriali, banchieri, opinionisti, democratici e progressisti, reazionari e clericali, grandi giornali di ogni tendenza che denunciano ogni giorno la desertificazione dell'Europa. Tutti invocano il sostegno finanziario (con soldi pubblici derivanti dalla fiscalità generale) alle famiglie numerose premiando ogni nuovo nato con incentivi economici. Tutto questo in un territorio europeo antropizzato all'estremo, cementificato, asfaltato, e sovrappopolato da 500 milioni di persone, stipati in aree con la più alta densità demografica. Un territorio dove, tra l'altro, si dirigono ogni anno milioni di immigrati attratti dai finanziamenti somministrati dai governi nazionali e soprattutto dai burocrati europei, che stanno spostando ingenti risorse dal welfare per i cittadini originari al sostegno economico e di servizi per i nuovi arrivati. Vengono sempre di più demonizzati i confini e i controlli dei singoli stati, ed esaltati invece la caduta di ogni barriera e l'arrivo senza limiti di nuovi immigrati. Si sta in pratica ridisegnando tutto il sistema di welfare esistente in funzione del nuovo obiettivo dell'aumento di popolazione, sia con gli incentivi alle nascite che con i finanziamenti all'accoglienza indiscriminata. Onde spaventare l'opinione pubblica e prepararla al messaggio natalista, si ricorre anche al terrore: l'invecchiamento della popolazione viene visto come una sciagura, e non come una risorsa di equilibrio, bassi consumi, saggezza, moderazione sociale e risorsa per la formazione dei giovani. Si paventa che non si riescano a pagare le pensioni mentre si tace sui costi della natalità elevata che sottrae risorse a settori quali la ricerca e l'assistenza. Si tende a colpevolizzare i pensionati rei di sottrarre risorse economiche alla produzione e di consumare poco rispetto ai giovani. Questo stravolgimento della realtà è tanto più evidente quando si comparano le società europee,stabili, pacifiche, non propense alla guerra, legate alla libertà e ai diritti, con quanto avviene nelle società limitrofe sull'altra sponda del mediterraneo dove società con alta natalità e alte percentuali di giovani danno luogo a conflitti, violenze, terrorismo, aggressioni verso vicini, espansionismo, radicalizzazioni ed estremismi. Riporto l'interessante post con cui Maria Luisa Coehn commenta gli articoli dell'Herald Tribune in cui si paventa l'invecchiamento della popolazione e si chiedono politiche pro-nataliste.
"Maria Luisa Cohen "Abbasso la vecchiaia" di Marisa Cohen Stampa E-mail Parliamo un po' di decremento demografico e della sua più terrorizzante conseguenza: l'aumento dei "vecchi".
Per ben tre giorni l'Herald Tribune ha pubblicato degli articoli sulla crisi demografica europea. Gli articoli sono apparsi in prima pagina o, in posizione preminente, nella seconda, per segnalare la loro importanza . Il tono è apocalittico. Fa parte di una serie di articoli intitolati "EMPTY NESTS, Europe without children". Ecco i titoli: "EUROPE: EAST AND WEST, WRESTLES WITH BIRTHRATES, Long decline threatening economy" (Lunedì 4 settembre); "IN GENOA, EUROPE GETS VISION OF FUTURE, Plunging birthrates leaves city 'a place for old people'" (martedì 5 settembre); "IN SPAIN, A SHORT TERM SALVE TO LOW BIRTH RATES, Immigration helps but it has problema" ( mercoledì 6 settembre).
Non so da dove cominciare, e non ho il tempo di tradurre in italiano tutti i tre articoli, ma rilevo che
1) Scegliere di pubblicare tre articoli sul "problema" da un giornale cosi influente come l'Herald Tribune, 2) Il tono preoccupato e one-sided ( non c'è il contradditorio d'altri punti di vista ), 3) L'accanimento ideologico contro la vecchiaia e la sottintesa glamourizzazione della gioventu'
sono tutti fattori di propaganda insistente (pagata da chi?) concertata con una pregiudiziale diffusa e oramai accettata da tutti, a cominciare dai demografi giù-giù fino all'ultimo cittadino ignaro di essere oggetto di una campagna di brain-washing bene articolata, e diretta come una sinfonia. Veniamo a sapere che i figli sono un bene per la crescita e che senza di loro ahimé, chi pagherà le pensioni? La Spagna sembra abbia risolto il problema, perché il governo spagnolo ha chiuso un occhio e mezzo al flusso migratorio e le statistiche dell'Istituto nazionale spagnolo indicano che in futuro il paese continuerà ad assorbire 250.000 immigranti l'anno. Ah, ma si sentono già i soliti rumori di un conflitto sociale, reazioni razziste, eccetera. Naturalmente i richiami all'economia non bastano. Come un giornalista navigato sa, ci vogliono i richiami al cuore e in questo ramo è da segnalare la descrizione delle vie di Genova svuotate della presenza di bambini. Come una canzonetta sentimentale del periodo fascista, strappalacrime, dove il leit-motif è sempre il trio amore-mamma-bambino.
Il problema, sottinteso ma non troppo, è il rigetto della vecchiaia, come categoria dell'essere umano, ma che si presenta come una nuova realtà mai prima cosi evidente. Rinunciamo ad indagare le ragioni psicologiche di tale rifiuto della vecchiaia, Diomiguardi! Rifiutando di riconoscere nell'anziano insignificante come materiale riproduttivo e nell'anziana priva di attrazione e capacità riproduttiva, fantasmi che camminano lungo i muri cui bisogna dare spazio e precedenza, il proprio destino umano. I vecchi che crescono numericamente, fanno paura. Sono una minaccia , un peso per la società del welfare,un impedimento al nostro godere pienamente la vita senza la testimonianza triste di un'immagine del declino che ci aspetta e senza che le spese di una crescente "dependency ratio" ci faccia tutti più poveri. Nonsenso. Una "dependency ratio" dovuta all'aumento degli anziani sarebbe parzialmente compensata da una diminuzione dei nuovi nati, e quindi la riduzione della "dependency ratio" dei più giovani (se siamo cosi fortunati da ridurre la crescita demografica).
Ma parallelamente all'odio per la vecchiaia e la decadenza fisica fa riscontro fa riscontro la mitizzazione della giovinezza e della sua forza redentrice. Si teme la riduzione delle nascite come la peste. Eppure l'allungamento della vita, cui si sono sempre tesi tutti gli sforzi della medicina e dell'igiene, è causa di celebrazione. La regina d'Inghilterra ha appena compiuto 80 anni e la sua stamina e determinazione le permette di sopportare 378 eventi all'anno, il più dei casi in piedi sempre sotto lo scrutino pubblico. A parte il numero sempre crescente di "vecchi" famosi e piu' che mai attivi, consideriamo le orde di anziani ignorati dalla pubblicità, dalla politica, che devono subire il fetish del pregiudizio che li vuole ad ogni costo deboli (anche di mente), dipendenti, malati . Questi pregiudizi non hanno riscontro nella realtà: i votanti, per ricordare ai politici il potere degli ultrasessantenni, comprano più libri, guardano più Tv, sono quelli che visitano musei, gallerie, giardini e si occupano dei nipotini e della famiglia, sono le colonne portanti della società, del volontariato. Questi pregiudizi indicano inoltre che noi non riconosciamo più il valore della saggezza, dell'esperienza, della memoria, della stabilità emotiva. L'idea che essi siano dispensabili è un insulto a risultati della scienza e nega il valore del loro possibile contributo alla società.
Premetto che io amo i bambini, quelli ancora non corrotti, che aprono gli occhi con stupore al mondo e giorno per giorno scoprono e sperimentano i suoni e i colori, e hanno bisogno d'amore e protezione, ma il loro fascino decresce man mano che crescono e diventano adolescenti, con il peso dei loro pregiudizi, assorbiti nel collettivo dell'età, prigionieri delle loro ossessioni. autoreferenziali. Studiare l'aprirsi della coscienza di un bambino è un'esperienza meravigliosa, ma l'adulto non offre più curiosità, è oramai "fatto".
La mia posizione è frenare le nascite, in quanto tutta questa crescita senza senso è rovinosa per i bambini stessi, l'umanità, il pianeta, le altre specie. Le recenti minacciose iniziative di questo governo, pazzo perché più efficiente sul piano concreto di quello precedente, offrono denaro e altre facilitazioni alle famiglie povere per fare più figli, come se fare figli, quando uno non ha i mezzi per mantenerli, meritasse un premio e non un disincentivo. Cosi avremo donne e uomini che si accoppieranno per 2500 Euro e altri vantaggi economici. Fantastico, copulare e anche essere pagati. Boh, pensavo che uno degli obiettivi del Millennio strombazzati da tutti i NGO, fosse la diminuzione della povertà. Quale migliore mezzo di ridurre la povertà del ridurre il numero dei poveri? Questo mio suona come un discorso reazionario, proprio perché è ragionevole. La ragione non è politicamente corretta.

14 commenti:

  1. "Quale migliore mezzo di ridurre la povertà del ridurre il numero dei poveri?"

    Discorso reazionario? Direi piuttosto razzista, nazista ecc. È chiaro, chiarissimo ciò che vuoi dire: che si sta meglio - almeno più larghi - in meno. Ma tireranno subito fuori che vuoi "eliminare" una parte dell'umanità, i poveri appunto, per accaparrarti anche i loro beni.
    Anche il discorso di Sartori - possiamo ridurre il problema della fame non mettendo al mondo più esseri destinati a soffrire la fame - può essere interpretato allo stesso modo: eccone un altro che vuole meno esseri umani per star meglio lui!
    Eppure è sembrato un attimo, purtroppo un attimo solo, che Bergoglio accennasse (accennasse!) a una revisione del natalismo spinto cattolico quando rimproverò - con grande scandalo di Giuliano Ferrara - quella donna in attesa dell'ottavo figlio e con problemi di salute: "Non si devono fare figli come i conigli." Oltretutto un bambino in più significa meno attenzioni per quelli già nati, inevitabilmente. È noto che i bambini sono gelosi quando arriva un fratellino che richiede tutte le attenzioni (il piccolo Goethe avrebbe strozzato il fratellino).
    Bergoglio scandalizzò anche tanti cattolici, le famiglie cattoliche numerose. Ma Bergoglio è incline alle battute apparentemente rivoluzionarie che poi lasciano il tempo che trovano (per es. anche l'apertura ai gay, poi rientrata).
    Sì, siamo in piena campagna natalista (vedi gli alti lai di Bagnasco l'altro ieri per l'inverno demografico, ormai non solo italiano ma europeo, e anche quelli della Boldrini favorevole all'immigrazione "se no non saremo 65 milioni fra dieci anni" - e dove sta scritto che dobbiamo crescere ancora quando l'Italia è sovrappopolata? Sovrappopolata l'Italia lo era per il cattolicissimo De Gasperi all'inizio del secondo dopoguerra quando eravamo 45 milioni e De Gasperi premeva sugli altri paesi per favorire l'emigrazione italiana).

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  2. è un discorso che sento come errato nel profondo.
    vorrei poter vantare una coscienza sociale tale da porre un veto di concetto oltre alle parole, ma la realtà è che sono talune volte, troppo fretta e ignorante per poter approcciare con la giusta consapevolezza discorsi come quelli sollevati da questa brava giornalista.
    non mi resta che inorridire, ma temo non basti...

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  3. Segnalazione e conseguente post molto opportuni, tuttavia NIHIL SUB SOLE NOVUM: sfortunatamente, infatti, da sempre (o quasi) i poteri economico-finanziari sono oggettivamente alleati di quelli politico-nazionalisti e di quelli religioso-confessionali nella pratica & nella propaganda NATALISTE: le poche e meritorie eccezioni confermano la regola, con le drammatiche conseguenze ambientali e sociali che ormai quotidianamente abbiamo sotto al naso...

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  4. Per superare questi problemi dovremmo avere un governo mondiale dotato di superpoteri tali da poter imporre ovunque il tasso di natalita' e di mortalita', per governare gli equilibri, assecondando le ipotesi nataliste o denataliste a seconda delle necessita' e, piu' probabilmente, della moda del momento.
    Ma prendendo per base cosa, la famiglia? il comune? la regione? la nazione? l'etnia? il continente?
    Si vede che un governo di tal fatta forse avrebbe qualche leggera controindicazione gia' nei presupposti piu' elementari... a chiacchere si fa presto a fare tutto, e sto dando anch'io il mio contributo. :)

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    1. Non so se l'avete notato, ma da qualche anno non si fa altro che tirare in mezzo questa storia secondo la quale se una cosa non è "mondiale" (o "globale", che è lo stesso) pare debba essere priva di valore. E' una grossa sciocchezza. Ravvedetevi.

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    2. Se non ci fosse la "globalizzazione", cosa succede nei paesi di la' del mondo sarebbe per noi del tutto irrilevante e gran parte di discorsi che facciamo qua dentro sarebbero (ulteriormente) privi di senso. Pare che cosi' non sia piu'. Nel caso dell'italia poi, trattandosi di un paese particolarmente sovrappopolato nel senso che non potrebbe nemmeno lontanamente vivere sugli standard attuali senza un forte e profittevole interscambio con l'estero, la faccenda e' di un'importanza che attiene alla stessa sopravvivenza.
      Il fatto che adesso le cose vadano oggettivamente alla grande nonostante le immani lamentele di tutti su tutto (un paese con 35 milioni di costose autovetture di cui la gran parte inutili non puo' dirsi povero - siamo il paese al mondo con piu' autovetture per abitante, tolte poche eccezioni tipo lussemburgo e quatar), non dovrebbe far supporre voi ottimisti che sara' per sempre cosi' ;)

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    3. Dunque, per queste ragioni se una cosa non ha valenza globale è priva di importanza? Per risolvere una questione non globale occorre per forza ricondurla prima alla sua dimensione globale? Se ti capita di mangiare funghi avvelenati corri al pronto soccorso per la tua individualissima e localissima lavanda gastrica immediata o ti preoccupi prima dello stato della sanità nel mondo per vedere se è o non è possibile procurare lavande gastriche per tutti?

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    4. I problemi globali sono globali, mentre quelli intestinali sono intestinali.

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    5. Battuta simpatica, ma è solo uno strumento d'elusione.

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    6. Ho da qualche parte detto che i problemi intestinali sono meno importanti di quelli globali? No, anzi non c'e' dubbio che se uno sta vomitando al cesso, in quel momento dei problemi globali non gliene puo' fregar di meno. Per lo stesso motivo, se la situazione dovesse degenerare, tutte le elucubrazioni da segaioli che facciamo qui di colpo perderebbero completamente non solo di importanza, ma pure di pertinenza. Ognuno penserebbe a salvare la sua, di pellaccia, e tutto il resto della costruzione teorico-interpretativa diventerebbe irrilevante. In quel momento il tipo di "pensiero" del professore di ginnastica, o del soldato, diventerebbe il piu' adeguato, e questo blog non avrebbe senso di esistere.

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  5. E' come per la guerra migratoria: sono troppe le persone che hanno lucro, fama, potere, ego gonfiato dall'aumentare e dall'aggravarsi del problema.
    Piu' la piramide del teratoma antropica e' grossa, piu' i vertici verso cui si concentrano, come bollicine, potere e risorse, ne traggono giovamento.
    Per dirla alla Greenpeace, peraltro orribilmente silente, contumace sul problema del tumore demografico, uno dei problemi senza soluzione.

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Agobit, hai scritto un post magistrale, senza dubbio. Grazie per la condivisione.

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  8. Tutte le lamentele sui vecchi, come se invecchiare fosse un crimine! Ma gli "illustri" autori di testate giornalistiche e non, media e non, mai rilevare giustamente che se i vecchi alla vecchiaia ci sono arrivati significa che hanno contribuito per decenni e decenni? Ora dovebbero pure sentirsi in colpa perchè ricevono la meritata pensione? Sottolineando contribuito e meritata, rilevando che spesso e malvolentieri le misere pensioncine di parecchi anziani non sono neppure sufficienti a comprare le caramelle, come si può azzardarsi a rinfacciargliela?

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