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martedì 1 luglio 2014

Supermegalopoli




  La sovrappopolazione sta distruggendo rapidamente ciò che resta della civiltà e della cultura cinese. Come già è successo con il Giappone, la necessità di concentrare in spazi limitati e tecnologicizzati milioni di abitanti sta fagocitando lo stile di vita, i valori, l’organizzazione, le tradizioni, il lavoro, il tempo libero, l’intera vita di un miliardo e mezzo di cinesi. E’ di qualche giorno fa la notizia che il governo cinese sta pianificando la nascita di Jing-Jin-Ji, la più grande supermegalopoli del pianeta con 110 milioni di abitanti che nei disegni dei pianificatori servirà da modello per una nuova urbanizzazione e allo stesso tempo per sperimentare e attuare nuovi modelli di sviluppo economico. Rispetto a tanti paesi occidentali che vedono crescere dimensioni e popolazione delle proprie città-megalopoli con poca pianificazione e a volte, come nel caso di Roma e Milano, con molto caos, i cinesi hanno il vantaggio di un sistema politico autoritario e rigido che consente di pianificare interventi strutturali sul territorio e sulla popolazione su tempi lunghi. Nella progettazione della super-metropoli cinese è prevista la fusione di Pechino con le vicine megalopoli di Tianjin e della provincia sovrappopolata dello Hebei ricorrendo senza mezzi termini allo spostamento coatto di milioni di persone e allo stravolgimento totale del territorio e di tutto l’ambiente per un’area di 216 mila chilometri quadrati ( due terzi dell’Italia) dove sono previste sette anelli autostradali di raccordo, trasporti ferroviari superveloci, autostrade a otto corsie, immensi grattacieli, mercati vastissimi supertecnologicizzati, collegamenti telematici a gogo, sventramenti, abbattimenti massicci delle periferie nate spontaneamente nel passato, spostamento di fiumi e corsi d’acqua, tunnel, gallerie, cisterne, centrali di ogni tipo da quelle nucleari a quelle ad idrocarburi e carbone, fabbriche, capannoni, aree industriali, centri di smistamento traffico, centri sportivi, strutture di supporto e cemento cemento cemento, tanto cemento.  Se si salverà, e questo non è ancora detto, la Città Proibita rimarrà come simbolo triste di un passato che non esiste più. Oltre all’impatto sociale di un simile mostro frutto dell’incontro incestuoso tra sovrappopolazione e tecnologia, è da leggere nel progetto l’intento politico di  permettere lo sviluppo di un nuovo tipo di economia in cui l’area in questione, con una popolazione simile a quella del Giappone, avrà una concentrazione finanziaria paragonabile e un Pil combinato di oltre sei trilioni di yuan, quasi mille miliardi di dollari, ossia il 10 per cento del totale cinese. Ciò che stupisce nel progetto è la rapidità di realizzazione prevista. Il governo ha deciso, senza minimamente consultare gli abitanti coinvolti,che alcuni dipartimenti ministeriali, università e ospedali verranno spostati dalla capitale a Baoding, 150 chilometri a sudovest.  La cosa creerà inevitabili problemi logistici alla massa di utenti dei servizi, ma questo pare non interessare al governo. E per convincere cinque milioni di abitanti a spostarsi subito almeno di qualche decina di chilometri, le autorità pechinesi hanno già cominciato ad abbattere dei grandi mercati di periferia che richiamavano decine e decine di migliaia di lavoratori migranti. 



Nello studio dei cinesi si analizzano i problemi che rischiano di rendere invivibile la capitale: il traffico pazzo di sei milioni di automobili, gli ingorghi giganteschi, l’inquinamento cronico e il costante aumento della popolazione (Pechino sta crescendo di 600 mila abitanti l’anno). Le soluzioni prevedono l’uso massiccio di nuove tecnologie e l’accorpamento coatto dei servizi così da consentire economie di scala e procedure di controllo centralizzato. L’aumento costante della popolazione è una delle variabili da governare. Non si tratta solo di semplice inurbamento di popolazione dalle campagne alla megalopoli. C’è anche il parziale fallimento della politica del figlio unico che, tra l’altro, in seguito alle necessità dello sviluppo economico, è in via di abbandono da parte del Partito Comunista. Del resto tantissime famiglie, soprattutto nei centri agricoli periferici, hanno molti più figli dell’unico consentito, però evitano di registrarli all’anagrafe per non pagare le penali previste dal governo.
La Cina, con questo progetto, ha deciso di non opporsi più all’esplosione demografica, ma di cavalcare la tigre. Poiché la modernizzazione e lo sviluppo economico dovuto alla globalizzazione sta trasformando profondamente il paese, è inutile opporsi a quello che sta avvenendo. Invece di contrastare l’inurbamento da sovrappopolazione, il governo decide di sfruttarlo per creare una nuova realtà che sarà –in queste dimensioni- la prima del pianeta: la Supermegalopoli. Scompare  la Cina storica per piombare in un incubo: la modernizzazione nel suo spetto peggiore e nichilistico che comporta la distruzione totale della natura e dell’ambiente e la creazione di un mostro architettonico e strutturale in cui le persone faranno la parte di polli da allevamento intensivo e in cui la vita frenetica e senza senso renderanno la vita come se si vivesse tutta all'interno di un supermercato. La supermegalopoli in cui milioni e milioni di uomini vivranno costretti in spazi limitati e alienati,  mostrerà lo sradicamento di un uomo che ha perso ogni significato e ogni appartenenza alla natura per divenire un semplice numero in una società massificata in cui si replica la produzione di merci e di uomini ormai divenuti la stessa cosa. La sovrappopolazione toglie valore alle persone e massifica gli individui, divenuti semplici rotelle di un ingranaggio gigantesco che ormai funziona per conto suo, autonomamente, senza essere influenzato dalle regole e dalle istituzione che gli uomini si erano creati in secoli di storia ma in un mondo infinitamente diverso perché molto meno popolato. La sovrappopolazione non è più  una minaccia, è una dura realtà che sta distruggendo la realtà fisica e naturale del pianeta e sta diffondendo una coltre grigia, come un cancro inarrestabile, che divora non solo il territorio e l’ambiente, ma la cultura, l’identità, l’appartenenza, l’essenza stessa della presenza umana sulla Terra




22 commenti:

  1. Ecco, agobit.
    Queste osservazioni direi elementari, ovvie - non è una critica, ma un apprezzamento, visto che l'osservazione della realtà è arriva spesso a conclusioni quasi brutali nella loro semplicità - sono massimamente invise agli apologeti della crescita demografica.
    Cresciamo? Che problema c'è? Mangeremo insetti e locuste nel modulo 17876BB-A5-88899743-X-Jk assegnatoci in mezzo ad altri 55 milioni di moduli e 110 milioni di bipedi.
    Non si può mica fermare il progresso!?

    Il tumore si avvita su se stesso, si autoalimenta.
    D'altra parte guardo inorridito la rinuncia a La Politica coercitiva del figlio unico.
    SArebbero pure cazzi dei cinesi, in fin dei conti, se non venissero poi a invadere mezza europa e a comprarsi mezza africa per i campi dei quali abbisognano. Cinesi come gli altri parassiti homo di varie culture.

    Nel frattempo nella scatola di sardine italico-europea, questo fine settimana, in poche ore, ne sono arrivati 5000 di homo.
    Bello bello, l'autobus è già stipato, accorrete sempre più.
    Andate, soggiogate e moltiplicatevi.
    Prego.

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  2. È un articolo deprimente, tanto che penso non ci sia proprio più nulla da fare, che dobbiamo arrenderci. Noi siamo come quel cinesino davanti ai carri armati in Piazza Tien An Men, cioè assolutamente impotenti. Però a pensarci bene il carro armato si fermò davanti al cinesino, non ne fece una pizza. Dunque qualcosa è ancora possibile.
    La politica del figlio unico non è stata però ancora del tutto abbandonata. Certo se i programmi sono quelli descritti in questo articolo, allora è chiaro che la Cina avrà bisogno di altre braccia. Tuttavia i Cinesi sono pragmatici, si può sempre sperare che possano evitare il peggio. Lessi una volta che volevano creare una città di 50'000 abitanti ecologica al 100%. Non so se l'abbiano già realizzata, né se sia possibile una cosa del genere. E comunque una rondine non fa primavera. Che cos'è mai una cittadina verde di 50'000 abitanti? Una megalopoli di 100 mln completamente ecologica è per me inconcepibile, a meno che l'uomo non si trasformi in uomo-formica: che sia questo il fine dell'evoluzione? Ovviamente nel formicaio non ci sarà democrazia, è chiaro: tutto deve filare liscio, senza intoppi, chi sgarra dovrà essere subito eliminato (e i suoi organi espiantati - come già fanno con i condannati a morte).
    Una conseguenza dell'inflazione umana sarà proprio - come è scritto nell'articolo - la svalutazione del singolo individuo. Già uno si sente perduto in una massa di poche decine di migliaia di persone, alla loro mercè. Figurarsi in un mondo di miliardi di persone.
    Ma come si spiega che negli anni Settanta, al tempo del Rapporto del Club di Roma, si potesse parlare tranquillamente del problema tremendo che avrebbe posto l'esplosione demografica, senza che nessuno si scandalizzasse, mentre ora è un tabù assoluto, nessuno ne parla, osa parlarne?
    Comunque noi svizzeri, nel nostro piccolo, siamo riusciti a imporre al discorso pubblico il problema della sovrappopolazione a livello locale (Svizzera) e globale. Avreste dovuto sentire il dibattito sull'iniziativa in parlamento: hanno sparato tutti - destra sinistra centro, rossi e verdi - sull'iniziativa. La sovrappopolazione non esiste per questa gente, è una fisima degli eco-conservatori, eco-fascisti, eco-nazionalisti.
    Comunque vi invito a seguire un po' la nostra battaglia (www.ecopop.ch). Sono curioso dell'eco che susciterà nell'UE: già me l'immagino, ma vedremo.

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  3. Verissimo il problema della sovrappopolazione però,
    se pensiamo che queste persone debbono abitare da qualche parte,
    meglio una supermegalopoli, che ottimizza gli spazi, che milioni di casette singole che richiederebbero di occupare una superficie almeno 20 volte maggiore.

    Certo che, in caso di guerra (Cina - USA), le supermegalopoli sono il primo posto dove si andrà a borbandare.
    Una sola testata nucleare farà oltre 100 milioni di vittime e il problema demografico si risolve velocemente.

    L'umanità è a un bivio:
    - o la scienza e la tecnologia ci aiutano a trovare qualche nuovo pianeta da colonizzare (possibilmente più grande della Terra);
    - oppure qui finisce male!

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    1. "Meglio una supermegalopoli ..."

      Meglio? Sì, sì, certo, meglio razionalizzare e ottimizzare che occupare troppo spazio. Però quel "meglio" mi va lo stesso storto. Io direi che sarebbe meglio non concepirle nemmeno queste supermegalopoli. Ma se le si concepisce vuol dire che ci si è arresi all'idea di un incremento demografico infinito. Ma logicamente non ci si fermerà alle supermegalopoli visto che gli uomini-formiche continueranno a riprodursi. Ma non ci sarà un limite? Che so, 100 o 1000 miliardi, va bene?

      "L'umanità è a un bivio:
      - o la scienza e la tecnologia ci aiutano a trovare qualche nuovo pianeta da colonizzare ..."

      Be', questa è naturalmente fantascienza. Al massimo si potrà colonizzare Marte in un lontano o lontanissimo futuro. Al di là di Marte c'è il vuoto ovvero pianeti gassosi. Cercare altri pianeti in altri sistemi solari? Sì, certo con la fantasia possiamo trasferirci anche su Andromeda che dista appena 2,3 milioni di anni luce da noi. E poi ... e poi ... già, perché porre limiti al nostro desiderio d'infinito ...

      Invece di pensare a certe cavolate cerchiamo di organizzarci un po' meglio su questa nostra Terra che nell'immediato e nei prossimi secoli e millenni sarà l'unico habitat possibile per noi.

      Comunque sono ormai rassegnato. Ogni specie si espande continuamente se non trova ostacoli naturali (carenza di cibo e altre risorse, lotta con altre specie). Possiamo addirittura modificare il patrimonio genetico dell'uomo, creare un'altra specie senza attendere una mutazione spontanea. Si invitano tutti i Frankenstein a fare proposte per una nuova specie in grado di vivere o sopravvivere su QUESTA Terra. Altre terre non ce ne sono.

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    3. "su questa nostra Terra che nell'immediato e nei prossimi secoli e millenni sarà l'unico habitat possibile per noi. "

      Vedo che sei molto ottimista! Secoli... millenni... penso che queste tue parole sono fantascienza! :-)

      Penso che l'entropia (inquinamento) in questo pianeta sta aumentando velocemente e quindi: o troviamo una soluzione al problema energetico, che possa fare un pò di pulizia, oppure trovare un altro pianeta sarà una necessità.

      La scienza non si svilupperà abbastanza velocemente per poter fare viaggi intergalattici... male!... vuol dire che l'umanità avrà sprecato il tempo a sua disposizione, quindi: o si estinguerà, oppure ritornerà ad essere, insignificante come un qualsiasi altro mammifero.

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    4. "Vedo che sei molto ottimista! Secoli... millenni... penso che queste tue parole sono fantascienza! :-)"

      Addirittura fantascienza?! Mah! Nessuno può escludere che un giorno possano essere davvero possibili viaggi intergalattici, ma al momento attuale sono solo fantasie abbastanza ridicole e inutili. Il massimo concepibile per il momento (e penso molto a lungo, magari per milioni di anni) è la colonizzazione di Marte, apparentemente possibile e anzi necessaria secondo M. Hack (l'aumento della temperatura solare renderà la terra inabitabile). Sarà comunque anche questa impresa non da poco, e non già per trasferirvi il surplus demografico terrestre: questo surplus affogherà nei rifiuti terrestre, su Marte ci potrà andare una piccola colonia (a cui auguro buona fortuna: io preferisco le dolci e fresche acque di Vaucluse).

      Quanto ai destini dell'uomo non so che dire. Anche se dovesse estinguersi come un qualsiasi altro mammifero, non sarà stato insignificante: sarà stata comunque una bella avventura, con alti e bassi. E dopo questi voli pindarici rimbocchiamoci le maniche per rendere più accogliente a almeno abitabile questo pianetino che per noi è sicuramente l'unico rifiugio. Per es. non riproducendoci come i conigli.

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    5. Marte è un pianetino senza acqua (intendo senza: mari, fiumi ecc.)
      Inoltre, ricordo che il carico utile, che un razzo spaziale può portare è intorno all'1% del peso totale.
      Questo significa che per ogni kg portato in orbita, si deve consumare energia per trasportarne 100 kg di veicolo.
      L'energia necessaria è enorme!

      La possiamo girare come vogliamo, ma se non c'è un controllo demografico e se non troviamo una fonte energetica (abbondante, economica e non inquinante), siamo persi!

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  4. L'idea di colonizzare altri pianeti mi sembra in linea con il delirio antropocentrico che vede l'Universo messo lì a nostra disposizione. L'universo, forse conoscendo bene l'intima natura umana, ha fortunatamente posto i pianeti abitabili ad anni luce da noi, con barriere fisiche insuperabili nello spazio tempo. Sul fatto che sia meglio una supermegalopoli piuttosto di casupole diffuse, anche per risparmio di territorio verde, in parte concordo. A proposito di Roma che ha una periferia da terzo mondo con l'agro romano ridotto ad una immensa (la più grande d'europa) distesa di casupole e palazzine mal costruite, non coibentate, esteticamente oscene, senza servizi, senza fogne, senza viabilità, sorte nel più totale abusivismo e senza regole, ho proposto su questo blog - nel caso ci fossero mai i soldi per farlo- il loro abbattimento e la costruzione al loro posto di alcuni enormi grattacieli, progettati secondo criteri estetici e di risparmio energetico, circondati da aree verdi e serviti da strade e servizi adeguati. Qualcuno mi ha risposto che non è politicamente corretto e che dal punto di vista di molti architetti "di tendenza" è meglio la crescita spontanea di baraccopoli caotiche perché più democratica e proletaria...

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    1. Se qualcuno, nel medioevo, avesse detto che: una persona utilizzando un piccolo oggettino (cellulare), avrebbe sentito e parlato con una persona che si trova dall'altra parte del mondo, lo avrebbero preso per pazzo!

      Se solo 50 anni fa, qualcuno avesse detto che, sarebbe stato possibile sapere se, nelle stelle lontane che noi vediamo, ci fossero pianeti; l’avrebbero preso per un ignorante! I pianeti non emettono luce e sono molto più piccole delle stelle, quindi non sarebbero visibili. Oggi noi sappiamo che, vedendo le oscillazioni d’intensità della luce, possiamo capire se ci sono pianeti che orbitano attorno a tali stelle.

      E’ vero che la relatività di Einstein ha messo dei paletti, per quanto riguarda le velocità raggiungibili (velocità della luce); ma chi ci dice che non ci sia un modo per aggirare tale vincolo?

      Per fortuna la scienza procede in crescita esponenziale, quindi, le scoperte che ci saranno in futuro potranno, in pochi anni, farci progredire scientificamente molto velocemente.

      Se il fine dell’uomo è quello che nascere e morire sulla Terra, allora la vita dell’uomo avrà avuto poco senso!
      Io dico, che il futuro dell’umanità è nello spazio (se non ci estinguiamo prima).

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    2. Sapere che esiste oro nel mare, non significa che tu possa recuperarlo.
      Sapere che è esistito Caravaggio o Tiziano non significa che tu possa diventare Caravaggio o Tiziano.

      Da questo punto di vista, esiste una sorta di interessante quarantena che isola il teratoma umano in modo che non possa propagare la sua sciagura al resto dell'universo.
      Sebbene la scienza cresca in modo esponenziale (quale scienza? utile a quali scopi? la scienza e la tecnologia sono opere dell'uomo e non possono non rifletterne i disegni e le strategie che, sostanzialmente, sono strategie di morte, di distruzione della vita, in due parole, biocide ed ecocide) le leggi della fisica e della biologia sono immutate. Purtroppo e... per fortuna!
      E' bene che le torri di Babele crollino quando diventano arroganti oltre i limiti.

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    3. Quando vedo (raramente) qualche video in cui gli uomini uccidono gli animali in modo atroce, penso che forse ci meritiamo l'estinzione.
      Quando vedo che degli animali mostrano gesti d'affetto verso altri animali o verso l'uomo, penso che veramente siamo noi che siamo degenerati.
      Siccome non tutti gli uomini sono uguali (ce ne sono di meglio di quelli visti) e non tutti gli animali sono uguali (certi carnivori non mi sembrano molto buoni), penso che: se riusciamo ad esprimere il meglio di noi, possiamo anche superare ostacoli inimmaginabili.

      Se la scienza che conosciamo, fosse la verità assoluta, allora è vero che non ci sarebbe speranza di andare su altri sistemi solari; siccome invece, di certo sappiamo ben poco... quello che non sappiamo non possiamo prevedere quali limiti e vincoli abbia.

      Ho studiato (e studio quando posso) Fisica delle particelle ecc.
      Molte di quelle cose che noi crediamo essere certe, sono solo ipotesi o supposizioni...
      Noi non sappiamo la natura delle cose (spazio, tempo, massa, forze) e quindi non possiamo sapere i limiti che esse hanno.

      Evitare di rassegnarsi... è la molla che ha spinto gli esploratori e gli scienziati ad andare un pò più in là.

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    4. Sì, d'accordo: "ci sono più cose in cielo di quello che possiamo immaginare" (credo Shakespeare). Ciò non toglie che qualcosa afferriamo già ora e che ci permetterebbe di vivere meglio. Io non sento affatto il bisogno di trasferirmi in un altro sistema solare ( e nemmeno su Marte - che è piuttosto bruttino).
      Può anche darsi che la velocità della luce possa essere superata (attualmente sembra un limite assoluto, anche per un attimo vacillò non molto tempo fa, ma veramente di poco). Forse potremo un giorno non solo raggiungere comodamente altre galassie, ma addirittura passare da un universo all'altro alla velocità del pensiero. Insomma, mai dire mai, se non proprio tutto molto è possibile. Ma come diceva Candido: "Sì, va bene, ma intanto coltiviamo il nostro giardino."

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    5. Io ritengo che sia interessante invece il limite in sé.
      Perché andare a devastare altri sistemi oltre a quello in cui ti sei originato? Sarebbe veramente l'iterazione di un pattern necrofilo, nichilista, distruttivo.
      Quindi io spero, con buona probabilità di successo, che Homo non possa andare altrove.
      Così da essere obbligato a rispettare ciò da cui dipende.
      Pena l'estinzione.
      E' molto più interessante il viaggio nell'etica, nella filosofia di specie e nell'ecologia di quello nello spazio.

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    6. "Io ritengo che sia interessante invece il limite in sé."

      Il limite è fondamentale. Tutto ciò che esiste è delimitato, e proprio per questo può essere riconosciuto. È vero che i limiti possono essere superati, ma per prima cosa bisogna prendere atto del limite e riflettere se è superabile e se vale la pena di superarlo. La modernità ha una spiccata allergia per i limiti che vuole abbattere ad ogni costo. Anche le frontiere vanno abbattute. Abbatteranno anche la proprietà privata?

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  5. Che notizia di merda! Già non sono un mostro d'euforia, ancora che leggo roba del genere e siamo a posto.

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  6. Che orrore.

    E nessuno parla di controllo demografico e pianificazione familiare.

    Giusto poco fa una pubblicità di Save the children diceva col solito bimbo africano con la pancia gonfia (poverino,per carità) "dona 9 euro...se non mangerà morirà".

    Ma non farli nascere no?

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    1. "Ma non farli nascere no?"

      Questa è una domanda politicamente scorretta. Subito i politicamente corretti esclameranno: il solito egoista che non vuole rinunciare ai suoi agi e non vede di buon occhio la concorrenza, è contro la vita nascente, un malthusiano, un abortista, nemico dell'umanità ecc.

      La domanda lecita da porre è piuttosto: quanti esseri umani può nutrire la terra, quanti esseri umani possono condurre una vita decente in questo pianeta con limiti ben precisi? Si può discutere del numero e di che cosa sia una vita decente. Ma i politicamente corretti - in genere di appartenenza religiosa - considereranno anche queste ragionevoli e non offensive domande irriverenti, un'offesa al creatore ecc.
      Più siamo e peggio stiamo più Gesù e la Madonna sono contenti!

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    2. Io non vado molto per il sottile, dover stare a pensare cosa sia/non sia politicamente corretto non mi va.
      Mi piace dire le cose schiette,nette.

      Dunque,non si tratta di essere neri,gialli,con gli occhi a mandorla,italiani,spagnoli......

      Chiunque io veda in condizioni di miseria e povertà fare figli di continuo dico" non fare figli".

      Poi,ma solo POI, vediamo perché c'è povertà e se si può risolvere.
      Diseguale distribuzione risorse?(per esempio).
      Bene,risolviamo,no agli sfruttamenti.

      Risolvendo ciò, ci si può riprodurre all'infinito?

      Se qualcuno mi desse del l'egoista che non vuole rinunciare agli agi, questi qui magari sono i primi a vivere bene,con soldi e case.
      Come molti che poi fanno sti ragionamenti con alla base pensieri religiosi o di sinistra (che su questi temi Vanno a braccetto).
      Certo,loro stanno bene.

      E poi mi sembra elementare:cavolo,muoiono di fame, basta figli.
      Un'associazione che va li e li aiuta,come primo aiuto dovrebbe dare questo.
      Farr meno figli garantisce già una vita migliore sotto tutti i punti di vista.
      Poi sotto un ragionamento planetario e di risorse mi pare doveroso da parte di tutti,altro che pensioni da pagare.
      Ma chissrnefrega, si cambi il sistema pensionistico e si riveda il capitalistico.

      Sennò al diavolo,riproduciamoci senza sosta noi e nel terzo mondo,e un dì si arrangeranno loro a scannarsi a vicenda.

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  7. << Il limite è fondamentale. Tutto ciò che esiste è delimitato, e proprio per questo può essere riconosciuto. È vero che i limiti possono essere superati, ma per prima cosa bisogna prendere atto del limite e riflettere se è superabile e se vale la pena di superarlo >>

    Quoto Sergio al 100 %.
    In natura il senso del limite e della misura, diciamo il senso dell'equilibrio, è assolutamente fondamentale, ma noi umani, inebriati dalla nostra intelligenza, l'abbiamo dimenticato.
    Ma arriverà anche il redde rationem e non sarà piacevole.

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  8. Ancora a proposito del limite. Trovo in rete questa citazione di Hegel:

    "Chi vuol qualcosa di grande si limiti. Chi vuol troppo vuol niente e si riduce al niente." (Scienza della logica)

    Vedi anche modi di dire come: small is beautyfull, il troppo stroppia, il meno è più ecc.
    Io non capisco quelli che non sopportano i limiti. Riconoscere i propri limiti è segno d'intelligenza, di saggezza.
    La cultura, l'appartenenza, l'identità implicano separatezza, almeno una minima distanza. A meno che questi concetti - identità, cultura ecc. - non siano ormai concetti superati poiché siamo proiettati verso una cultura universale, come alcuni sostengono. Ma io ho parecchi dubbi in proposito. La tendenza a formare gruppi identitari mi sembra una costante, una cosa naturalissima e non sindacabile.

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