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lunedì 15 ottobre 2012

La Carta di Intenti del Centro-sinistra: una occasione mancata







Possibile che il mondo sta andando verso la catastrofe e nessuna forza politica in Italia ne prenda coscienza e  ponga finalmente al centro la salvezza della Terra? E' per questo che ogni volta che esce un programma politico di qualunque tendenza  sia, vado subito a leggermi i punti qualificanti, nella speranza di trovarvi una presa in carico dei problemi reali del pianeta   senza paraocchi ideologici o, peggio, religiosi. La Carta di Intenti dei Democratici e progressisti firmata qualche giorno fa è stata però una ennesima doccia fredda, una occasione mancata nell'ottica di una mentalità statalista e antropocentrica dura a morire. Risparmio al lettore le frasi stereotipe sui diritti, sull'equità, sulla sostenibilità, sulla democrazia partecipata, sui "grandi" piani, sulla ricerca, sulla condivisione sociale, sulla equità di genere, sullo sviluppo "solidale" ed altre amenità del politically correct che fanno del linguaggio di certi politici l'equivalente delle litanie delle vecchie bigotte frequentatrici delle chiese d'epoca ottocentesca. Nel documento domina ovunque un linguaggio generico e fumoso (probabilmente dovuto alla necessità di mettere d'accordo parti politiche e visioni frammentate e contrastanti).  Arrivati ad un certo punto della Carta si parla dei diritti della donna in ambito lavorativo:


 "Serve un grande piano per aumentare e migliorare l’occupazione femminile, contrastare la disparità nei redditi e nelle carriere, sradicare i pregiudizi sulla presenza delle donne nel mondo del lavoro e delle professioni. A tale scopo è indispensabile alleggerire la distribuzione del carico di lavoro e di cura nella famiglia, sostenendo una riforma del welfare, politiche di conciliazione e condivisione e varando un programma straordinario per la diffusione degli asili nido"


Fin qui nulla da dire, se non ché il compilatore della Carta si spinge a questo punto oltre il dovuto e si incarta nella frase conclusiva del ragionamento:


"Anche grazie a politiche di questo tipo sarà possibile sostenere concretamente le famiglie e favorire una ripresa della natalità"...


Ma come, il mondo sta soffocando sotto le polluzioni di sette miliardi di persone, avviati a diventare presto 10 miliardi, e quello che si augurano i "democratici e progressisti" è che in Italia vi sia una ripresa della natalità! Sembra di stare a sentire Casini, o i monsignori della Curia. Dunque non basta che in Italia si sia passati in pochi anni da 50 a 60 milioni di abitanti, se ne auspicano tanti altri e questo, purtroppo, da chi si definisce laico e progressista. Viene il sospetto che il progresso auspicato sia quello del cemento, della costruzione degli edifici e delle colate di asfalto a scapito di quel poco verde che è ancora rimasto nel nostro povero paese. tanto più che nella Carta di Intenti non è previsto alcun contrasto alla immigrazione clandestina anzi:


"Sul  piano dei diritti di cittadinanza l’Italia attende da troppo tempo una legge semplice ma irrinunciabile: un bambino, figlio d’immigrati, nato e cresciuto in Italia, è un cittadino italiano. L’approvazione di questa norma sarà simbolicamente il primo atto che ci proponiamo di compiere nella prossima legislatura"

Il che può essere anche accettabile se si accompagnasse ad un programma di contrasto alla immigrazione illegale. Ma di questo non c'è traccia. Nessun accenno al riscaldamento globale in atto e a  politiche energetiche che rallentino l'immissione di carbonio in atmosfera.
Anche dal lato della lotta alla burocrazia corrotta che soffoca il paese nella carta non c'è nulla, se non vuote parole di contrasto alla illegalità. Ma contro ciò che è all'origine della burocrazia e della corruzione, cioè l'enorme espansione del carrozzone statale costoso e inefficiente, si cerca invano qualcosa nella carta di intenti. Al contrario ci sono pericolosi programmi di ampliamento dello stato e della burocrazia:

"Per tutto questo, introdurremo normative che definiscano i parametri della gestione pubblica o, in alternativa, i compiti delle autorità di controllo a tutela delle finalità pubbliche dei servizi. In ogni caso non può venir meno una responsabilità pubblica dei cicli e dei processi, che garantisca l’universalità di accesso e la sostenibilità nel lungo periodo". 

Traduco dal politichese: più stato e più burocrazie a svolgere i servizi, i cicli e  i processi che a loro volta richiedono più stato e burocrazia che controllino i servizi, i cicli e i processi...e così via all'infinito. Questo è quello che propone il centro-sinistra laico e democratico. Ma quello che propone il centro-destra non è molto diverso,  nel campo della natalità e della demografia si auspicano le stesse cose. Per non parlare del Centro cattolico  che vuole legare gli aiuti e gli sgravi fiscali al numero dei figli (esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare!). E in quanto a burocrazia e corruzione basta vedere quello che hanno combinato nel Lazio. Povera Italia





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