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mercoledì 29 febbraio 2012

BJORN LOMBORG: LA CRESCITA CI SALVERA'






Dopo la tesi di Latouche -la salvezza sta nella DECRESCITA- presento la tesi opposta di Bjorn Lomborg: la CRESCITA ci salverà. Le differenze tra i due non stanno solo nelle rispettive opposte tesi. Sono anche due caratteri diversi. Latouche si da arie da filosofo, economista, zapatista da salotto. Lomborg è un superpignolo, meticoloso fino all'estremo, studioso documentatissimo -difficile da prendere in castagna- e potrebbe fare benissimo l'esattore delle tasse. La tesi di Lomborg è che gli ambientalisti mainstream sparino una serie di castronerie, più per contrarietà ideologica al sistema economico capitalista di libero mercato, che per convinzione. Lomborg riporta una serie impressionante di dati (L'Ambientalista Scettico - Mondadori) che dimostrano non solo che il pianeta è più sano e pulito rispetto al passato, ma che i rischi che correrebbe il pianeta come il surriscaldamento da effetto serra, all'inquinamento chimico, all'esaurimento delle risorse eccetera, sono tutte bufale. L'inquinamento -secondo il danese- è un fenomeno collegato al ritardo di sviluppo; al contrario i paesi sviluppati, con economie in crescita, sono paesi che migliorano lo stato dell'ambiente e la qualità della vita. La crescita economica, il libero mercato, portano allo sviluppo di nuove risorse e al miglioramento delle tecnologie, assicurando maggiori investimenti per la tutela ambientale e reali miglioramenti. Tuttavia, pur nella radicale opposizione tra le due tesi, c'è una somiglianza tra Lomborg e Latouche: ambedue dimenticano qualcosa. Tutti e due non parlano mai di sovrappopolazione. Sembra che il pianeta Terra funzioni meglio con la decrescita (Latouche) o con la crescita (Lomborg) riferite però all'economia. Che la soluzione stia proprio in ciò che tacciono i due "ambientalisti", e cioè nel controllo della spaventosa e distruttiva crescita della specie umana fino a 7 miliardi di individui? Limitarci a guardare solo gli aspetti economici del problema ambientale potrebbe non individuare l'aspetto fondamentale: la perdita del rapporto tra uomo e pianeta come "senso" del nostro stare nel mondo.

RIPORTO UN BREVE CAPITOLO, MOLTO INDICATIVO, DEL LIBRO DI LOMBORG: L'AMBIENTALISTA SCETTICO

"LA MINACCIA DELL'INQUINAMENTO SI E' ATTENUATA.
L'inquinamento non sta mettendo in pericolo il benessere dell'umanità. Al contrario, la sua minaccia si è drasticamente affievolita nei paesi del mondo industrializzato. Per quanto riguarda l'aria, i miglioramenti sono inequivocabili. La riduzione delle concentrazioni di piombo e particelle ha portato enormi beneficio alla salute umana. Contrariamente alla percezione comune, dal 1585 l'aria di Londra non era così pulita come lo è oggi... La qualità dell'aria è peggiorata nei paesi in via di sviluppo, soprattutto a causa della forte crescita economica. Tuttavia, tali paesi stanno solo attraversando la stessa fase di compromesso che i paesi industrializzati hanno conosciuto 100-200 anni fa. Risulta in effetti, se si osserva la questione in prospettiva temporale, che ambiente e benessere economico non sono concetti contrapposti, bensì complementari: senza una adeguata tutela dell'ambiente, la crescita economica è in pericolo, ma non ci si può permettere di tutelare l'ambiente senza crescita. E' quindi lecito prevedere che, come è stato per i paesi industrializzati, una volta raggiunti livelli di reddito maggiori, i paesi in via di sviluppo di tutto il mondo sceglieranno e potranno permettersi un ambiente più pulito.
D'altro canto, molti gravi problemi ambientali hanno dimostrato di non essere tali. Le piogge acide, che negli anni '80 si supponeva avrebbero distrutto le foreste, hanno avuto un impatto minimo sulla crescita vegetativa, sebbene abbiano nuociuto ai laghi più vulnerabili. Gli oceani non sono stati danneggiati in misura significativa ed è probabile che né la Guerra del Golfo del 1991 né l'incidente della Exxon Valdez abbiano causato alterazioni permanenti. Dal punto di vista mano, la qualità delle acque costiere è decisamente migliorata. Tuttavia, lunghi tratti di costa e di mare in diverse parti del mondo sono interessati da un apporto di sostanze nutrienti troppo elevato, che ha aumentato la frerquenza dell'impoverimento di ossigeno, o ipossia, fenomeno dannoso per gli organismi acquatici. Questo problema è soprattutto una conseguenza del diffuso accesso ai fertilizzanti, grazie ai quali si è aperta la strada alla rivoluzione verde e alla capacità di nutrire il mondo coltivando superfici meno estese, consentendo quindi di ridurre la pressione sulle foreste e sugli altri habitat naturali.In questa prospettiva, l'eccesso di sostanze nutrienti rappresenta il prezzo che l'uomo impone agli organismi marini per riuscire a nutrire l'umanità senza distruggere i grandi habitat forestali. Con l'impiego di risorse adeguate è certo possibile ridurre l'ipossia, ma è necessario chiedersi se tale impresa costituisca l'utilizzo più opportuno delle limitate risorse a disposizione. Migliorare l'ossigenazione delle acque del Golfo del Messico e salvare molte forme di vita che esistono sui fondali si può. ma al prezzo di oltre 2 miliardi di dollari all'anno. Volendo utilizzare al meglio quel denaro, è necessario riflettere sul fatto che una simile cifra potrebbe salvare almeno 30 milioni di persone nei paesi del Terzo Mondo.
Secondo quasi tutti gli indicatori, i fiumi mostrano un generale miglioramento.Il contenuto di ossigeno nelle acque del Reno, del Tamigi, e del porto di New York è aumentato ed è in grado di sostenere una flora e una fauna molto più numerose rispetto a 20-40 anni fa. Infine, la "crisi dello smaltimento dei rifiuti" è risultata essere un abbaglio degli anni '80. Perfino nel caso in cui la quantità di immondizia continuasse ad aumentare e la popolazione degli Stati Uniti raddoppiasse nei prossimi cent'anni, l'intera produzione degli Stati Uniti di tutto il XXI secolo occuperebbe una superficie quadrata di meno di 29 chilometri di lato, appena il 26 % della superficie della contea di Woodward, in Oklahoma. L'impatto dell'inquinamento sugli esseri umani è diminuito nelle città, dove l'aria è meno inquinata, ma anche nel mare, nel suolo e nei fiumi. Fra gli indicatori che lo testimoniano vi sono le concentrazioni di DDT nei tessuti adiposi e nel latte umani...La percentuale di cittadini statunitensi con presenza di PCB (piombo n.d.r.) nei tessuti adiposi è calata dal 68 % del 1972 al appena il 9 % del 1983. E' un dato molto importante alla luce di una nuova ricerca secondo la quale elevate concentrazioni di PCB nel latte materno possono provocare nei figli difficoltà di apprendimento e un quoziente di intelligenza inferiore. Anche i livelli di diossina sono in diminuzione. In un recente rapporto dell'Unione europea si afferma che "la riduzione dell'esposizione alla diossina nei paesi membri dell'Unione è compresa tra il 9% e il 12 % all'anno"; le concentrazioni nel latte materno sono calate dell'8% all'anno e quelle nel sangue di ben il 12 %.
Si è visto che i progressi umani sono stati straordinari. Che si tratti di derrate alimentari, materie prime o energia, all'orizzonte non si profila alcuna scarsità di risorse né alcuna minaccia alla crescita o alla produzione. Abbiamo già visto (nella parte IV) che i problemi derivanti dall'inquinamento non giustificano la convinzione che la crescita economica minacci di distruggere la Terra, è anzi vero il contrario. Per quanto riguarda la grande maggioranza dei settori più importanti, si registra una riduzione dell'inquinamento e un aumento della qualità dell'ambiente. Anche su questo fronte, il mondo è diventato un luogo migliore in cui vivere."
(Bjorn Lomborg: L'Ambientalista scettico, pagg.213-214, Mondadori 2003- le note al testo con i dati scientifici non sono state riportate).


Si può vedere come in queste pagine vi sia un convitato di pietra. Si accenna agli effetti devastanti sulle acque e sulle coste marine dovuto ai fertilizzanti e agli inquinanti chimici generati dalla necessità di una coltivazione più intensiva dei suoli onde assicurare cibo e risorse ai sette miliardi di abitanti del pianeta. L'effetto distorsivo sulle produzioni e di riflesso le conseguenze sull'ambiente della sovrappopolazione sono evidenti. Lomborg vede la soluzione dei problemi ambientali nella crescita economica. Ma per quanto tempo ancora sarà possibile una crescita economica in presenza di tassi di crescita demografica che stanno portando rapidamente il mondo a 10 miliardi di abitanti? E tutto ciò in presenza di una costante riduzione, anno dietro anno, delle risorse idriche, dei suoli utilizzabili, delle foreste, delle risorse ambientali? L'enorme massa di dati con cui Lomborg ci illustra le sue tesi, qui si arrestano e subentra uno strano mutismo...

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