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venerdì 2 settembre 2011

Rapporto sul pianeta Terra di un equipaggio di extraterrestri


Un primate, del genere di mammiferi Ominidi, discendente da una scimmia chiamata Australopitecus, ha invaso il pianeta ricoprendolo di suoi prodotti, inquinando aria, acque e suoli con le deiezioni chimiche e rifiuti, rendendone l'aria irrespirabile con la combustione in pochi decenni dei depositi di idrocarburi accumulati in milioni di anni. L’ominide usa ricoprire di bitume le vie di transito che utilizza con i suoi carri motorizzati, inoltre edifica tane stratificate in vari piani utilizzando una particolare malta mescolata a sabbie, ghiaie, e tondini di metallo, fino a creare giganteschi alveari fitti di ominidi e altamente inquinanti. Dove si instaura devasta rapidamente l’ambiente naturale scacciando via ed estinguendo tutte le altre specie animali e vegetali. E’ particolarmente bisognoso di acqua che restituisce come liquame saponoso e maleodorante, con numerosi composti chimici tossici. Costruisce e utilizza macchinari che bruciano idrocarburi riversando nell’aria miliardi di tonnellate di anidride carbonica e fumi altamente tossici per tutte le specie, lui compreso. Usa cibarsi di altri animali, pur essendo costitutivamente vegetariano, per il piacere che da al palato la carne cotta. A questo scopo alleva altri mammiferi o uccelli e, recentemente anche pesci, perché ha rinunciato all’attività di cacciatore di cui era specialista, trovando più comodo uccidere serialmente e sezionare gli animali in enormi stabilimenti. Costruisce armi molto potenti che utilizza per lo più contro individui della stessa specie. Scambia le merci con biglietti stampati, di cui è più avido delle merci stesse. L’attività più specifica è la replicazione, ed infatti è giunto a ricoprire il pianeta con sette miliardi di ominidi e non si da tregua, tanto che arriverà a dieci miliardi in qualche decennio. Figlia pensando solo a sé e alla propria tribù senza minimamente preoccuparsi delle conseguenze. Non si rende facilmente conto del danno che arreca al pianeta, essendo tra l’altro un animale particolarmente aggressivo, distruttivo, e fortemente interessato ai propri comodi, senza alcun riguardo alle altre specie ( ed anche agli altri individui della propria specie). Si rende conto dell’esistenza di un problema solo quando ci sbatte il muso e incappa in qualche catastrofe, o disastro ambientale. Continua tuttavia nel comportamento aberrante di distruzione dell’ambiente in cui vive, di polluzione di inquinanti e di replicazione senza limiti, pur avendone compreso i rischi, in quanto è portato a sottovalutare i fatti e a sopravvalutare i propri desideri. Non ragiona per argomenti ma per convinzioni, posto alle strette non prende atto ma si infuria emanando grida. Riteniamo si autodistruggerà nel giro di qualche secolo, o anche prima.

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