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sabato 3 aprile 2010

Il "fruitore di diritti"

L'uomo non è più l'uomo. La modernità ci ha consegnato una nuova visione dell'uomo e di conseguenza una nuova visione del mondo. La Storia non esiste più, se non come freddo oggetto di studi. La persona con la sua complessità è sempre più schiacciata sul presente. La razionalità scientifica, nella sua furia analitica, dimentica la dimensione temporale delle cose e delle persone: l'analisi razionale porta tutto al presente riducendo la profondità del reale ad un foglio bidimensionale fitto di numeri e misure. I luoghi non sono più luoghi ma spazio misurabile. La città perde la dimensione storica e i suoi "luoghi" divengono coordinate geografiche, al massimo prospettive architettoniche. Gli abitanti della città, come di ogni altro luogo, non sono più chiamati con il loro nome: romani, torinesi, italiani, parigini, newyorchesi...il cittadino diviene un puro "fruitore di diritti" e come tale identificato. Non conta più la sua storia, cosa ha fatto nella vita, chi era suo padre o suo nonno, la lingua che parlava, i luoghi che frequentava e che ha contribuito a creare. I diritti annullano ogni altra cosa. Soprattutto i doveri, che sono sempre meno nominati. Il mondo così perde la sua profondità nel tempo e nel significato: diviene uno spazio vuoto. Uno spazio da occupare dal "fruitore di diritti", in quanto spazio materiale senza significato se non quello di consentire al fruitore di fruire dei suoi diritti, di consumare a piacimento, di occupare secondo il proprio egocentrismo, di stravolgere tutto l'ambiente circostante secondo le proprie necessità, di riprodursi e generare altri fruitori. Il fruitore di diritti non ha più limiti nel suo fruire, né di tempo né di spazio né di senso, se non quelli di non intralciare gli altri fruitori. I diritti del fruitore si limitano a vicenda come in una enorme mangiatoia dove gli animali sono stipati a mangiare ciascuno nel proprio spazio ridotto. I doveri sono scomparsi. Il mondo non ha storia, i luoghi non hanno senso.Le parole stesse perdono di significato. Il linguaggio si semplifica in un grigio burocratese che enumera i diritti, li analizza, li reclama, li usa come filtro interpretativo del mondo. Il fruitore di diritti è un grigio burocrate rivendicativo. Il mondo perde i suoi colori e il suo senso.

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